La responsabilità diretta della pubblica amministrazione ai sensi dell'art. 2043 c.c. sussiste non solo in presenza di un formale provvedimento amministrativo, ma anche in caso di illegittima omessa adozione di un provvedimento doveroso, nonché in relazione a comportamenti riconducibili all'esercizio del potere autoritativo, purché tali condotte, anche omissive, siano espressione dell'attività istituzionale dell'ente e non mera attività materiale estranea ai compiti pubblicistici. In tali ipotesi, il criterio di imputazione della responsabilità all'ente è quello dell'immedesimazione organica, per cui gli atti e le omissioni del funzionario o dipendente, oltre ad essere immediatamente riferibili alla persona fisica, sono direttamente imputabili all'amministrazione di appartenenza. Pertanto, l'azione di regresso ai sensi dell'art. 2055, comma 2, c.c. può essere esercitata dalle amministrazioni statali anche nei confronti dell'ente locale responsabile in via diretta per il fatto illecito commesso dal proprio organo nell'esercizio delle funzioni pubbliche, a prescindere dalla gravità della rispettiva colpa e dall'entità delle conseguenze derivatene, essendo sufficiente l'imputabilità oggettiva del fatto all'ente.