Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21125 del 16 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:21125PEN

Massima

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Il toccamento intenzionale e non consensuale delle parti intime di una persona, anche se non finalizzato al soddisfacimento della libido dell'autore, integra il reato di violenza sessuale di cui all'art. 609-bis c.p., in quanto lede la libertà e l'integrità sessuale della vittima. Perché il reato sussista, è sufficiente che il gesto sia avvertito dalla persona offesa come lesivo della propria sfera sessuale, indipendentemente dalle motivazioni che hanno spinto l'autore a compierlo. La pronuncia di una frase minacciosa, valutata nel contesto in cui è stata proferita, può inoltre integrare il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p., a prescindere dalla sua idoneità a suscitare un effettivo timore nella vittima. Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, non può riesaminare il materiale probatorio per giungere a una diversa ricostruzione dei fatti, essendo precluso il riesame degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - rel. Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Cagliari, sez. dist. Sassari;

nel procedimento nei confronti di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza dell'1/12/2011 della Corte di appello di Cagliari, sez. dist. di Sassari, ha confermato la sentenza ex articolo 442 c.p.p., emessa il 15/11/2010 dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Sassari che ha condannato il sig. (OMISSIS) alla pena di dieci mesi di reclusione, nonche&…

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