Il passaggio dall'attività di locazione di un alloggio all'attività di affittacamere, in quanto integra l'apprestamento di un minimo di prestazioni serventi e di servizi complementari, non determina un mutamento di destinazione d'uso urbanisticamente rilevante, ferma restando la necessità del rilascio di un'autorizzazione commerciale ad hoc. Tuttavia, l'utilizzo con modalità alberghiere di un immobile autorizzato per attività di affittacamere, se dimostrato, costituisce violazione della normativa regionale che impone il tetto massimo di sei camere e dodici posti letto, sanzionata in via amministrativa con la sospensione - e non l'annullamento o la decadenza - della licenza. Inoltre, il diniego di sanatoria non può fondarsi in modo generico sulla mancata presentazione di documentazione o sul mancato completamento delle opere entro il termine previsto, senza una specifica motivazione per ogni singolo abuso, né può omettersi di richiedere il parere delle autorità preposte alla tutela del vincolo, ove necessario ai fini della definizione del giudizio di conformità. Infine, l'ordine di demolizione delle opere abusive, inflitto dall'Autorità Giudiziaria Penale, viene meno qualora sia successivamente annullato in sede giurisdizionale.