Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 37066 del 30 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:37066PEN

Massima

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Il furto di cose esposte per consuetudine alla pubblica fede, anche se di modico valore, integra un'ipotesi aggravata di reato perseguibile d'ufficio, per cui la remissione di querela da parte della persona offesa non produce effetti estintivi del procedimento penale. Il giudice è tenuto a procedere d'ufficio, indipendentemente dalla volontà della persona offesa, in quanto la tutela dell'affidamento della collettività nella sicurezza dei beni esposti al pubblico prevale sull'interesse privato della persona offesa a rinunciare all'azione penale. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare l'ordine pubblico e la fiducia della comunità nel corretto svolgimento delle relazioni sociali, a prescindere dalla volontà della singola vittima del reato. Pertanto, il giudice non può dichiarare il non doversi procedere per remissione di querela, ma è tenuto a pronunciare sentenza di condanna, salvo che non ricorrano altre cause di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALBIATI Ruggero - Presidente

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. KOVERECH Oscar - Consigliere

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ANCONA;

nei confronti di:

NA. HA., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/09/2005 TRIBUNALE di URBINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere DR. FOTI GIACOMO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Stabile, che ha concluso per l'an…

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