Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 10603 del 2014

ECLI:IT:TARLAZ:2014:10603SENT

Massima

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La presentazione di una domanda di condono edilizio per opere abusive impone all'amministrazione comunale di esaminare tale istanza e adottare i provvedimenti conseguenti, di talché gli atti repressivi dell'abuso in precedenza adottati, quali l'ordine di sospensione dei lavori e l'ingiunzione di demolizione, perdono efficacia, salva la necessità di una loro rinnovata adozione nell'eventualità di un successivo rigetto dell'istanza di sanatoria. Pertanto, il ricorso avverso tali provvedimenti repressivi deve essere dichiarato improcedibile, in considerazione della pendenza del procedimento di definizione dell'illecito edilizio attraverso l'esame dell'istanza di condono presentata dal privato. La compensazione delle spese di lite tra le parti è giustificata dalla particolare situazione processuale determinatasi.

Sentenza completa

N. 02042/2000
REG.RIC.

N. 10603/2014 REG.PROV.COLL.

N. 02042/2000 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Bis)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2042 del 2000, proposto da:
Fondazione Famiglia di Nazareth, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentata e difesa dagli avv.ti ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso il primo in Roma, via Oslavia, 12;

contro

Roma Capitale (già Comune di Roma), in persona del Sindaco p.t., rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), dell’Avvocatura comunale e presso al stessa domiciliata in Roma, via Tempio di Giove, 21;

per l'annullamento

delle determinazioni dirigenziali n. 1613 del 10 settembre 1999 e n. 1923 del 25 ottobre 1999 recanti rispettivamente la sosp…

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