Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1021 del 12 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:1021PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che accede o si mantiene in un sistema informatico o telematico protetto per ragioni ontologicamente estranee rispetto a quelle per le quali la facoltà di accesso gli è attribuita, integra il delitto previsto dall'art. 615-ter, comma 2, n. 1, c.p., anche qualora non violi le prescrizioni formali impartite dal titolare del sistema per delimitarne l'accesso. Pertanto, il giudice è tenuto a verificare, sulla base degli atti di indagine, se l'accesso al sistema informatico protetto da parte del soggetto qualificato sia riconducibile a esigenze investigative connesse alla sua funzione istituzionale ovvero a necessità di ricerca di informazioni di carattere "privatistico". Solo nel primo caso l'accesso non integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico, mentre nel secondo caso, anche in assenza di violazione delle prescrizioni formali, sussiste la fattispecie delittuosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE TRIBUNALE DI NAPOLI;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/12/2016 del GIP TRIBUNALE di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ROBERTO AMATORE;
lette/sentite le conclusioni del PG GIOVANNI DI LEO;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio;
Udito l'avvocato (OMISSIS) che insiste dichiararsi l'inammissibilita' ed in subordine il rigetto del ricorso.

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