Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: L'interruzione o il turbamento doloso di un pubblico ufficio o servizio, anche attraverso condotte di danneggiamento e imbrattamento, integra il reato di cui all'art. 340 c.p., a prescindere dalla finalità specifica della protesta, essendo sufficiente che l'agente abbia accettato il rischio di cagionare l'evento antigiuridico. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nel valutare l'esclusione della particolare tenuità del fatto o la concessione delle attenuanti generiche, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata in relazione alle modalità della condotta e all'effettiva gravità del reato. La mera riproposizione in sede di legittimità di censure già formulate in appello, senza indicare specifiche violazioni di legge, determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione.