In tema di infrazioni alle norme valutarie per esportazioni di capitali all'estero, consumate anteriormente al 3 dicembre 1976, l'art.. 2 quinto comma della legge 30 aprile 1976 n.. 159 (modificato dall'art.. 3 della legge 8 ottobre 1976 n.. 689 e della legge 23 dicembre 1976 n.. 863), il quale prevede l'inapplicabilità delle sanzioni amministrative fissate dalle previgenti disposizioni nei confronti di coloro che provvedano ai prescritti adempimenti della dichiarazione confessoria e del rientro delle disponibilità costituite all'estero (siano essi trasgressori occulti, palesatisi per effetto di detta dichiarazione, ovvero trasgressori noti, quando sia pendente controversia sulla legittimità del provvedimento irrogativo della sanzione), deve ritenersi operante anche in favore di chi abbia reimportato il capitale in data antecedente al 3 dicembre 1976, in ottemperanza di ordine ministeriale ed in pendenza di opposizione rivolta a negare i presupposti sostanziali della infrazione, allorché, in tale situazione, il suddetto rientro, e quindi la cessazione della disponibilità all'estero, vengono a verificarsi in modo irreversibile e definitivo con la richiesta del beneficio concesso dalla citata norma dopo quella data.