Il riconoscimento dell'abilitazione all'esercizio della professione forense conseguita all'estero è subordinato alla verifica della provenienza del titolo da un organismo effettivamente abilitato, nel proprio ordinamento, a rilasciare quel titolo. Il Consiglio Nazionale Forense, nell'esercizio del proprio potere di controllo e vigilanza sull'albo degli avvocati, può legittimamente disporre la cancellazione dall'elenco degli avvocati stabiliti di colui che risulti in possesso di un titolo abilitativo non rilasciato da un organismo competente. Tale valutazione, fondata sull'apprezzamento delle prove, anche documentali, rientra nell'ambito del sindacato di legittimità del giudice di legittimità, il quale non può essere sostituito da un giudizio di merito sulla base di una diversa interpretazione dei fatti. Il principio di libera circolazione dei professionisti all'interno dell'Unione Europea non può prevalere sulla necessità di garantire l'affidabilità e la qualificazione degli iscritti all'albo forense, a tutela dell'interesse pubblico all'esercizio della professione legale da parte di soggetti effettivamente abilitati. Pertanto, il Consiglio Nazionale Forense, nell'esercizio dei propri poteri di controllo, può legittimamente confermare la decisione del Consiglio dell'Ordine Forense di cancellare dall'albo l'avvocato iscritto in virtù di un titolo abilitativo non rilasciato da un organismo competente, senza che ciò integri una violazione del diritto comunitario o dei principi costituzionali.