La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Il provvedimento di diniego della valutazione di impatto ambientale (VIA) per la realizzazione di un impianto privato di trattamento e recupero della frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) non può essere fondato sulla mancata previsione dell'impianto nella pianificazione d'ambito della società di regolamentazione rifiuti (SRR), né sulla mancata dimostrazione della titolarità del flusso dei rifiuti da parte del proponente, in quanto: 1. La pianificazione d'ambito non costituisce un vincolo ostativo alla realizzazione di impianti privati di recupero dei rifiuti, in quanto l'art. 181, comma 5, del d.lgs. n. 152/2006 ammette la libera circolazione sul territorio nazionale delle frazioni di rifiuti urbani destinate al riciclaggio e al recupero, al fine di favorire il più possibile il loro recupero privilegiando il principio di prossimità agli impianti di recupero. 2. La mancata dimostrazione della titolarità del flusso dei rifiuti non può essere considerata un fattore ostativo in sede di valutazione di impatto ambientale, in quanto tale requisito è previsto dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani in Sicilia ai fini della messa in esercizio dell'impianto, ma non anche per il rilascio del titolo autorizzatorio. 3. L'amministrazione, in sede di valutazione di impatto ambientale, può comunque imporre prescrizioni e misure di monitoraggio, anche in relazione agli scenari di approvvigionamento dei rifiuti, senza che ciò possa configurarsi come un differimento di valutazioni necessarie ai fini del rilascio del titolo autorizzatorio.