Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18845 del 8 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:18845PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione del pensiero, anche se esercitato in modo aspro e polemico, non può essere considerato diffamatorio quando le affermazioni, ancorché lesive della reputazione altrui, siano riconducibili a un interesse pubblico, purché non eccedano manifestamente i limiti della continenza e della verità. Pertanto, la diffamazione non sussiste quando le espressioni utilizzate, pur essendo offensive, siano giustificate dalla finalità di denunciare irregolarità o abusi nell'esercizio di pubbliche funzioni, a condizione che il soggetto agente non abbia agito con l'esclusivo intento di nuocere, ma sulla base di un interesse pubblico meritevole di tutela. In tali casi, la valutazione della sussistenza o meno della diffamazione deve essere effettuata tenendo conto del contesto in cui le dichiarazioni sono state rese, della loro rilevanza per l'interesse pubblico, nonché della proporzionalità e continenza dell'espressione utilizzata rispetto allo scopo perseguito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ia. Vi. An. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 7-12-06 dalla Corte di appello di Catanzaro;

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Viglietta Gianfranco, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza i…

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