Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33855 del 30 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:33855PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei propri poteri e in violazione dei doveri di imparzialità e trasparenza, turba una gara d'appalto pubblico al fine di favorire determinati soggetti, commette il reato di turbata libertà degli incanti, aggravato dall'agevolazione di associazioni mafiose. In tali casi, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e l'esigenza cautelare di prevenzione della reiterazione del reato giustificano l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, anche in assenza di elementi positivi che facciano ritenere cessate le esigenze cautelari. La valutazione delle fonti di prova e degli elementi a carico e a discarico rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui provvedimento è sindacabile in sede di legittimità solo per vizi logici o giuridici manifesti, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, se correttamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il giorno (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 20 novembre -23 dicembre 2013 del Tribunale del riesame di Napoli;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. D'((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso, nonche' i difensori del ricorrente, avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS), che hanno chiest…

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