Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 43415 del 28 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:43415PEN

Massima

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Il beneficio della sospensione del procedimento con messa alla prova, previsto dalla legge n. 67 del 2014, non può essere applicato retroattivamente ai procedimenti pendenti al momento della sua entrata in vigore, in assenza di una specifica disciplina transitoria, in quanto il suo riconoscimento presuppone lo svolgimento di un iter procedurale alternativo alla celebrazione del giudizio, per il quale vige il principio tempus regit actum. Inoltre, il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato sulla base della mancata segnalazione, da parte della difesa, di elementi idonei a incidere positivamente sul complessivo disvalore del fatto, non essendo sufficiente il solo richiamo alla non recenziorità di precedenti condanne per il medesimo reato, in quanto l'ordinamento non consente di valorizzare la pregressa incensuratezza ai fini della concessione della diminuente di cui all'art. 62-bis c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe - Presidente

Dott. MARINELLI Felicetta - Consigliere

Dott. CIAMPI Francesco - rel. Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. DELL'UTRI Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
Avverso la sentenza della CORTE D'APPELLO DI BRESCIA in data 20 dicembre 2013;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Maria;
sentite le conclusioni del PG in persona del Dott. GALLI Massimo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
E' presente l'avvocato (OMISSIS) d'ufficio del foro di Roma il quale si riporta ai motivi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'impugnata sentenza la Corte d'Appello di Brescia…

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