Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società immobiliare contro un Comune in relazione a provvedimenti di regolamentazione della circolazione e della sosta in un'area cortilizia privata destinata a parcheggio di uso pubblico, afferma il principio per cui il Comune, in virtù dei poteri di cui all'art. 5, comma 3, del Codice della Strada, può adottare ordinanze per disciplinare la circolazione e la sosta anche su aree private aperte all'uso pubblico, al fine di assicurare la sicurezza e la fluidità della circolazione stradale. Tuttavia, tale potere deve essere esercitato nel rispetto dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, tenendo conto degli interessi dei privati proprietari dell'area. Inoltre, il Tribunale sottolinea che, in caso di sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile, con compensazione delle spese di giudizio tra le parti, in aderenza alla volontà manifestata dalle stesse.