Cassazione penale Sez. I sentenza n. 2659 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2659PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, ai fini dell'imputabilità, richiede che il disturbo mentale, anche se non inquadrabile in una vera e propria malattia psichiatrica, incida concretamente e in modo significativo sulla capacità di intendere o di volere, in modo tale da escluderla o ridurla grandemente, e che sussista un nesso causale tra il disturbo e la condotta criminosa. Non è sufficiente la mera presenza di anomalie caratteriali, alterazioni della personalità o stati emotivi e passionali, se non inseriti in un quadro più ampio di infermità mentale. Inoltre, l'applicazione dell'aggravante della crudeltà richiede che le sofferenze inflitte alla vittima siano estranee alla stretta necessità della condotta violenta, mentre non integra tale aggravante l'azione di calpestare il volto della vittima se finalizzata a esercitare la trazione sui lacci posti al collo per provocarne lo strangolamento. Infine, il giudice ha l'obbligo di esaminare e motivare in modo specifico la sussistenza o meno delle circostanze attenuanti generiche, senza poter omettere tale valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO ((omissis)) del 17/11/2 -

Dott. IANNELLI ((omissis)) SENTE -

Dott. SIOTTO ((omissis)) rel. Consigliere N. -

Dott. TARDIO ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. BONITO Francesco M.S. Consigliere N. 17556/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI PERUGIA;

nei confronti di:

2) ZA. RU. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 6/2008 CORTE ASSISE APPELLO di PERUGIA, del 14/09/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona d…

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