Il possesso di una falsa carta di identità valida per l'espatrio integra il delitto di cui all'art. 497-bis c.p., non configurandosi il reato come "falso innocuo" quando il documento sia stato consegnato all'autorità di polizia in seguito ad anomalie riscontrate in relazione al veicolo su cui viaggiavano i possessori, essendo emersa la falsificazione solo a seguito di accertamenti tecnici, in quanto ciò dimostra inequivocabilmente che non si versa in un caso di falso grossolano. La pena inflitta, determinata in relazione alla natura del bene pubblico fondamentale della fede pubblica offeso dal reato e concedendo le circostanze attenuanti generiche, è ritenuta congrua, così come la mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, in considerazione della gravità del fatto. La richiesta di una nuova perizia sui documenti, volta a mettere in discussione le conclusioni della consulenza tecnica già espletata, è inammissibile ove non documentata e reiterativa di doglianze già esaminate dalla corte di merito, la cui motivazione appare logica ed incensurabile.