Il giudice cautelare, in sede di riesame della misura cautelare, non è tenuto a rivalutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza qualora sia intervenuta una sentenza di condanna, anche non definitiva, relativa ai medesimi fatti e alla stessa persona, in quanto la sopravvenienza di tale pronuncia fa venir meno l'interesse dell'indagato alla procedura di riesame con riferimento a tale profilo. Ciò in ragione del rapporto di strumentalità esistente tra il procedimento incidentale e quello principale, per cui la valutazione del merito contenuta nella sentenza di condanna assorbe l'apprezzamento dei gravi indizi di colpevolezza, precludendone il riesame da parte del giudice cautelare. L'articolo 275, comma 1-bis, c.p.p. non esime il giudice dall'obbligo di motivare sulla sussistenza dei gravi indizi, ma solo di valutare le esigenze cautelari tenendo conto anche dell'esito del procedimento, delle modalità del fatto e degli elementi sopravvenuti.