Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44950 del 2 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:44950PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur non richiedendo un'opinione rigorosamente obiettiva, pretende tuttavia la correttezza delle espressioni usate, le quali non devono trascendere nel campo dell'aggressione alla sfera altrui, penalmente protetta, risolvendosi in attacchi personali occasione di dileggio per il destinatario. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica trova il suo limite nel momento in cui le espressioni utilizzate, pur se aspre e severe, travalicano i canoni della continenza e della pertinenza, divenendo gratuite e capziose insinuazioni, tali da integrare gli estremi dei reati di ingiuria e diffamazione. Il giudice, nel valutare la legittimità dell'esercizio del diritto di critica, deve operare un bilanciamento tra il diritto di manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione altrui, riconoscendo la prevalenza di quest'ultima quando le espressioni utilizzate, per la loro gravità e gratuità, risultino sproporzionate rispetto all'interesse pubblico sotteso alla comunicazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCALERA Vito - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefa - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CI. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 49/2009 TRIBUNALE di ROMA, del 01/04/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

udito il P.G. in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. Ducci D.;

udito il…

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