Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24010 del 4 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24010PEN

Massima

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Il giudice della misura di prevenzione, nel valutare la pericolosità sociale del soggetto proposto, può legittimamente avvalersi di elementi di prova o indizi tratti da procedimenti penali, anche non ancora conclusi, nonché da sentenze di assoluzione irrevocabili. Tuttavia, egli è tenuto a effettuare una valutazione autonoma e puntuale dei fatti emersi in tali procedimenti, senza limitarsi a un mero richiamo dei relativi esiti, al fine di verificare l'attualità della pericolosità del soggetto e il suo inquadramento in una delle categorie normative previste. La motivazione del provvedimento deve pertanto esporre in modo chiaro e completo l'iter logico seguito dal giudice nella valutazione dei fatti, senza omettere di rispondere alle specifiche censure sollevate dal proposto in ordine all'esito dei diversi procedimenti penali a suo carico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angel - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 12/2013 CORTE APPELLO di ROMA, del 10/12/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Letta la requisitoria del Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. Gaeta P., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con decreto deliberato in data 10/12/2013, la Corte di appello di Roma ha rigettato l'ap…

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