Il delitto di violazione di domicilio si configura quando l'ingresso in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora, anche se attuato in assenza di un fine di impossessamento di cose mobili altrui, risulta strumentale alla commissione di un reato. Pertanto, la desistenza volontaria dal tentato furto non esclude la responsabilità per il reato di violazione di domicilio, in quanto quest'ultimo si realizza con l'ingresso nell'altrui privata dimora, a prescindere dalla finalità di impossessamento. Nell'individuazione della pena, il giudice può riconoscere le circostanze attenuanti generiche equivalenti all'aggravante di violazione di domicilio, tenendo conto delle specifiche circostanze e modalità dell'azione, nonché della capacità a delinquere dell'imputato, senza dover necessariamente prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti.