Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12779 del 16 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:12779PEN

Massima

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Il delitto di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) sussiste quando la dichiarazione del privato, resa in adempimento di un obbligo giuridico, sia trasfusa in un atto pubblico destinato a provare la verità dei fatti attestati, indipendentemente dall'effettiva consapevolezza dell'agente di trarre in inganno l'organo accertatore. La valutazione della particolare tenuità del fatto, quale causa di non punibilità, è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, il quale deve considerare la gravità oggettiva e soggettiva del reato, i precedenti penali dell'imputato e il suo comportamento processuale, senza che sia necessaria una specifica motivazione laddove il giudice ritenga di non ravvisare tale causa di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/11/2015 della Corte d'Appello di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. LOY Francesca, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il fatto non sussiste.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata, in parziale riforma della se…

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