Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24588 del 20 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:24588PEN

Massima

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Il diritto di cronaca e di critica giornalistica, pur essendo tutelato dall'ordinamento, trova un limite nel rispetto della continenza espressiva e nella necessità di non travalicare i confini della mera esposizione di fatti di interesse pubblico con l'utilizzo di espressioni fortemente denigratorie e offensive della reputazione altrui, non giustificate dalla rilevanza dell'informazione. Pertanto, l'esercizio del diritto di cronaca e di critica non può essere considerato scriminante quando il giornalista, pur riferendo fatti veri e di interesse pubblico, adotti un tono fortemente irridente e sarcastico, contenente espressioni pesantemente denigratorie nei confronti della persona oggetto della notizia, eccedendo i limiti della continenza e travalicando la mera esposizione dei fatti. In tali casi, la condotta del giornalista integra il reato di diffamazione, non potendo essere giustificata dall'esercizio del diritto di cronaca e di critica, il cui esercizio deve avvenire nel rispetto della reputazione altrui e della continenza espressiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1935/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 25/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/01/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. SPINACI Sante, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

Udito l'avv…

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