Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20258 del 16 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:20258PEN

Massima

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Il reato di ingiuria non sussiste quando le espressioni utilizzate, pur denotando disprezzo, non presentano una intrinseca carica offensiva tale da integrare gli elementi costitutivi del reato. Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, non è sufficiente che le parole pronunciate esprimano disapprovazione o critica nei confronti della persona offesa, ma è necessario che le stesse rivestano una connotazione ingiuriosa, lesiva della reputazione e dell'onore della persona. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve pertanto analizzare il tenore complessivo delle espressioni utilizzate, il contesto in cui sono state pronunciate e l'effettiva portata offensiva delle stesse, al fine di accertare se le medesime integrino o meno gli estremi del reato di ingiuria. La mera espressione di disprezzo o disapprovazione, in assenza di una intrinseca carica offensiva, non è sufficiente a configurare il reato di ingiuria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 35/2011 GIUDICE DI PACE di PIOVE DI SACCO, del 27/02/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. Luigi BIRRITTERI, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
Per il ricorrente, l'avv. (OMISSIS) ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.<…

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