Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso presentato dalla società Coin S.p.A. contro il Comune di Roma e alcuni controinteressati, afferma il seguente principio di diritto: L'Amministrazione comunale, nel procedere alla conversione e ricollocazione delle postazioni commerciali "anomale" situate in prossimità dell'esercizio commerciale della ricorrente, ha agito nel rispetto della normativa vigente e sulla base di un adeguato compendio istruttorio, senza violare i principi di ragionevolezza, tutela dell'affidamento e garanzie partecipative. In particolare, il Tribunale chiarisce che: 1) L'art. 52 del Regolamento comunale, nel prevedere la decadenza automatica delle autorizzazioni anomale al 31.12.2018, deve essere interpretato in modo coerente con il precedente comma che disciplina la procedura di conversione, sicché la decadenza opera solo ove entro tale termine non sia stata presentata alcuna domanda di conversione, e non anche quando la domanda risulti pendente. 2) La progressione procedimentale seguita dall'Amministrazione, che ha prima convertito l'autorizzazione anomala in autorizzazione a posto fisso e successivamente associato a questa un nuovo posteggio, è conforme alla lettera della norma e alla differenza ontologica tra il rilascio dell'"autorizzazione" e la "concessione del posteggio". 3) I provvedimenti impugnati risultano adottati all'esito di un adeguato compendio istruttorio, che ha consentito di escludere l'interferenza della postazione commerciale della controinteressata July Sas con le esigenze di sicurezza antincendio del negozio Coin, rendendo pertanto infondate le censure di difetto di istruttoria. 4) Non sussiste la violazione delle garanzie partecipative, attesa la natura sostanzialmente pianificatoria dei provvedimenti gravati e l'acclarata non incidenza della postazione commerciale sulla ricorrente.