Il reato associativo finalizzato al terrorismo o all'eversione dell'ordine democratico, di cui all'art. 270-bis c.p., non è di per sé ostativo alla concessione dei benefici penitenziari previsti dalla legge, ma lo è solo qualora il condannato abbia commesso delitti mediante il concreto compimento di atti di violenza per tali finalità. L'esclusione dai benefici penitenziari, ai sensi dell'art. 4-bis, comma 1, della legge n. 354 del 1975, opera soltanto nei casi in cui il detenuto o internato abbia commesso delitti con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico, mediante il compimento di atti di violenza, non essendo sufficiente la mera finalità terroristica o eversiva del reato associativo. L'interpretazione costituzionalmente orientata della norma impone di privilegiare un'opzione ermeneutica che non eluda la concreta mancanza di atti di violenza nel vissuto deviante del condannato, in quanto favorevole punto di partenza per un positivo percorso di risocializzazione.