Il piano di governo del territorio (PGT) può legittimamente modificare la destinazione urbanistica di un'area da produttiva a commerciale, prevedendo la cessione di una porzione della stessa per la realizzazione di standard urbanistici come parcheggi pubblici, senza violare il giudicato formatosi su precedenti strumenti urbanistici, il diritto di proprietà e la libertà di iniziativa economica del privato proprietario. Il giudicato formatosi sull'annullamento di un precedente strumento urbanistico per vizi di carattere meramente procedimentale, come la carenza di istruttoria sulla dotazione di standard, non vincola l'amministrazione nelle successive scelte pianificatorie, le quali possono legittimamente modificare la destinazione d'uso delle aree, purché nel rispetto dei principi di proporzionalità e adeguata motivazione. Il PGT può, infatti, legittimamente prevedere la cessione di aree per standard urbanistici, anche in misura superiore al minimo di legge, in relazione alla nuova destinazione commerciale impressa all'area, senza che ciò integri un intento espropriativo mascherato, atteso che la nuova destinazione non va a sostituire, ma si affianca a quella produttiva preesistente, consentendo la conservazione e l'ampliamento delle attività produttive esistenti. L'esclusione delle aree produttive dal meccanismo perequativo previsto dalla legge regionale n. 12/2005 è altresì legittima, in quanto tale meccanismo può essere applicato solo alle aree esterne ai piani attuativi, mentre le aree oggetto di intervento edilizio unitario, come quella in esame, rientrano tra quelle disciplinate da piani attuativi, per le quali la legge regionale prevede una diversa modalità di applicazione della perequazione.