Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14425 del 11 maggio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:14425PEN

Massima

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Il provvedimento di applicazione di una misura cautelare interdittiva, come la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio, permane nell'interesse dell'indagato anche dopo la sua revoca o scadenza, qualora tale decisione possa costituire il presupposto per il riconoscimento del diritto all'equa riparazione per la custodia cautelare subita ingiustamente, ai sensi dell'art. 314, comma 2, c.p.p. Tuttavia, tale interesse non può ritenersi sussistente quando il provvedimento cautelare impugnato riguardi una misura non custodiale, come nel caso della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio. In tali ipotesi, l'impugnazione diviene inammissibile per sopravvenuta mancanza di interesse, senza che ciò comporti la condanna al pagamento delle spese del procedimento o di una somma a favore della Cassa delle Ammende, trattandosi di causa di inammissibilità indipendente dalla volontà del ricorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 25/09/2019 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BASSI Alessandra;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale PICARDI Antonietta, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Nel ricorso a firma del difensore di fiducia, (OMISSIS) ha impug…

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