Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La decisione interpretativa della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che accerti l'incompatibilità di una norma interna con il diritto dell'Unione, produce effetti abrogativi della norma incriminatrice, con conseguente revoca della sentenza di condanna divenuta irrevocabile ai sensi dell'art. 673 c.p.p., in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Tale principio si inserisce direttamente nell'ordinamento interno con il valore di ius superveniens, condizionando e determinando i limiti in cui la norma interna conserva efficacia e deve essere applicata dal giudice nazionale, in ossequio ai principi di primato e di effetto diretto del diritto dell'Unione. Ciò comporta altresì la cessazione dell'esecuzione della pena e l'immediata liberazione del condannato, ove non detenuto per altra causa, in applicazione del principio della retroattività della legge più favorevole, che fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri.