Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26812 del 9 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:26812PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della propria qualifica o dei poteri connessi alla stessa, accetta denaro o altra utilità per compiere o omettere atti del proprio ufficio, ovvero per ritardare o accelerare il compimento di tali atti, commette il reato di corruzione in atti giudiziari, il quale sussiste anche quando il pubblico ufficiale non abbia effettivamente compiuto l'atto richiesto, essendo sufficiente la mera accettazione della dazione o della promessa di denaro o altra utilità. Tuttavia, qualora il pubblico ufficiale non abbia effettivamente la possibilità di influire sull'esito del procedimento giudiziario, ma si limiti a millantare tale possibilità, il fatto può configurare il reato di millantato credito, anziché quello di corruzione in atti giudiziari. In ogni caso, la valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato deve essere effettuata alla luce di un'attenta disamina delle risultanze probatorie, senza che possa ritenersi sufficiente una mera presunzione di colpevolezza. Inoltre, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente il diniego delle attenuanti generiche, avendo riguardo alle specifiche circostanze del caso concreto e alle caratteristiche soggettive dell'imputato. Infine, il decorso del termine di prescrizione del reato, calcolato secondo le disposizioni di legge vigenti al momento della commissione del fatto, comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Frances - rel. Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12071/2009 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 17/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANIELLO ROBERTO che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Sull'appello proposto …

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