Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 14978 del 2023

ECLI:IT:TARLAZ:2023:14978SENT

Massima

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Il provvedimento di demolizione di un manufatto edilizio è legittimo quando l'opera realizzata risulta difforme rispetto al titolo autorizzativo originariamente rilasciato, anche in assenza di una specifica comunicazione di avvio del procedimento, atteso che l'amministrazione è titolare di un potere vincolato all'ordine di demolizione/riduzione in pristino in presenza di una palese violazione delle disposizioni urbanistiche. Infatti, l'originaria autorizzazione amministrativa non può essere invocata a fronte dell'accertata diversa natura edilizia del manufatto, essendo sufficiente la mera contestazione della difformità in sede di sopralluogo per legittimare l'esercizio del potere ripristinatorio, senza necessità di ulteriori adempimenti partecipativi, in ragione della doverosità dell'intervento demolitorio. Pertanto, l'ordine di demolizione non si pone in contrasto con il precedente titolo edilizio, ma si fonda sulla constatata alterità dell'opera realizzata rispetto a quella originariamente autorizzata, non richiedendosi alcuna nuova comunicazione di avvio procedimentale, atteso che l'amministrazione è tenuta a provvedere in modo vincolato alla rimozione del manufatto abusivo.

Sentenza completa

Pubblicato il 10/10/2023

N. 14978/2023 REG.PROV.COLL.

N. 08720/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Stralcio)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8720 del 2015, proposto da
Porsc s.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati Nicolò Marella e Stefano Alberti, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio legale dell’avv. Nicolò Marella in Roma, via Frascati, n. 10;

contro

Roma capitale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall’avv. Enrico Maggiore, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto in Roma, via Tempio di Giove, n. 21;

per l’annullamento

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