L'annullamento in autotutela di un titolo edilizio, disposto dall'amministrazione comunale a distanza di circa dieci anni dalla sua presentazione, deve essere adeguatamente motivato in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico specifico e prevalente rispetto all'interesse privato alla conservazione delle utilità acquisite, tenuto conto del rilevante arco temporale intercorso e dell'esito favorevole di un precedente procedimento amministrativo di verifica sulla legittimità del titolo edilizio. In assenza di una siffatta motivazione, l'annullamento d'ufficio risulta illegittimo per violazione dell'art. 21-nonies della legge n. 241 del 1990. Inoltre, l'annullamento del titolo edilizio determina la reviviscenza dello stesso e, conseguentemente, l'illegittimità dell'ordine di demolizione emesso ai sensi dell'art. 38 del d.P.R. n. 380 del 2001, in quanto privo del necessario presupposto. L'incompatibilità dell'intervento edilizio con la disciplina urbanistica locale e statale, accertata dall'amministrazione comunale, costituisce una ragione autonoma di illegittimità del titolo edilizio, la cui fondatezza assorbe l'esame delle ulteriori censure attoree.