Cassazione penale Sez. III sentenza n. 18890 del 3 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:18890PEN

Massima

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Il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica da parte del pubblico ufficiale competente, nella consapevolezza della falsità dei presupposti fattuali attestati dal richiedente circa la sussistenza dei requisiti per l'accoglimento della domanda, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, a nulla rilevando che l'autorizzazione esprima una valutazione discrezionale di tipo tecnico. Infatti, anche nell'atto dispositivo che consiste in una manifestazione di volontà, è configurabile la falsità ideologica in relazione alla parte "descrittiva" in esso contenuta e, più precisamente, in relazione all'attestazione, non conforme a verità, dell'esistenza di una data situazione di fatto costituente il presupposto indispensabile per il compimento dell'atto. Ciò in quanto, quando una determinata attività del pubblico ufficiale, non menzionata nell'atto, costituisce indefettibile presupposto di fatto o condizione normativa dell'attestazione, deve logicamente farsi riferimento al contenuto o tenore implicito necessario dell'atto stesso, con la conseguente irrilevanza dell'omessa menzione ai fini della sussistenza della falsità ideologica. Tale principio si applica anche ai provvedimenti amministrativi emessi all'esito di una valutazione discrezionale di tipo tecnico, laddove il giudizio di conformità non sia rispondente ai parametri cui il giudizio stesso è implicitamente vincolato dalla normativa di riferimento. Pertanto, il pubblico ufficiale che rilascia un'autorizzazione paesaggistica nella consapevolezza della falsità dei presupposti fattuali attestati dal richiedente, risponde del reato di falso ideologico in atto pubblico, a prescindere dalla natura valutativa e discrezionale dell'atto, essendo sufficiente che l'attestazione non conforme a verità riguardi elementi costitutivi del presupposto necessario per il rilascio dell'autorizzazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. ACETO Aldo - rel. Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/10/2016 della Corte di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Aldo Aceto;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Di Nardo Marilia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Il sig. (OMISSIS), articolando tre motivi, ricorre per l'annullamento della sentenza del 03/10/2016 della Corte di appello …

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