La richiesta di sospensione del processo e di messa alla prova, prevista dalla Legge n. 67 del 2014, deve essere presentata entro i termini stabiliti dall'art. 464-bis c.p.p., ossia nel corso del procedimento di primo grado, pena l'inammissibilità della stessa. Tale previsione normativa, volta a disciplinare l'accesso al nuovo istituto processuale, rientra nella discrezionalità del legislatore, il quale gode di ampia facoltà nel determinare la relativa disciplina, senza che ciò possa ritenersi in contrasto con principi costituzionali, salvo che non dia luogo a conseguenze palesemente irragionevoli. Pertanto, la richiesta di messa alla prova formulata per la prima volta in grado di appello o nel corso del giudizio di legittimità, successivamente ai termini indicati dalla legge, deve essere dichiarata inammissibile, in quanto la scelta del legislatore di precludere tale possibilità al di fuori dei momenti processuali indicati nell'art. 464-bis c.p.p. non è sindacabile, se non in presenza di una manifesta irragionevolezza, che nella fattispecie non ricorre.