Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28501 del 2 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:28501PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione di identità personale a pubblico ufficiale, ai sensi dell'art. 495 c.p., sussiste anche quando l'imputato abbia fornito solo parzialmente dati identificativi inesatti, come il luogo o la data di nascita, mentre abbia indicato correttamente il proprio nome e cognome, in quanto l'elemento oggettivo del reato è integrato dalla falsa dichiarazione di anche uno solo dei dati identificativi, a prescindere dalla possibilità di risalire comunque alle esatte generalità attraverso il rilievo delle impronte digitali. Pertanto, il giudice non può applicare la causa di non punibilità del reato impossibile di cui all'art. 49, comma 2, c.p. in tali casi, in quanto la condotta dell'imputato è idonea a trarre in inganno il pubblico ufficiale sulla sua identità, a prescindere dalla concreta possibilità di accertarla. La mera apparenza della motivazione, inoltre, non può essere dedotta in modo generico, senza indicare specifici vizi logici o contraddizioni nella valutazione delle prove effettuata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 993/2009 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 12/03/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GABRIELE POSITANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO O. che ha concluso per l'inammissibilita'.

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. Cedrangolo Oscar, ha concluso chiedendo l…

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