Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18693 del 15 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:18693PEN

Massima

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La rinuncia all'impugnazione, ritualmente manifestata dal condannato, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, in applicazione dell'articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale. Tale principio trova applicazione anche nei casi in cui la rinuncia sia espressa in modo equivoco o con riferimento ai soli termini, purché risulti in modo chiaro e univoco la volontà del ricorrente di rinunciare definitivamente all'impugnazione, come desumibile dalle successive dichiarazioni rese dallo stesso. L'accertamento della volontà abdicativa del condannato, in assenza di vizi o condizionamenti, costituisce presupposto indefettibile per la declaratoria di inammissibilità del ricorso, senza necessità di ulteriori statuizioni. Il principio di economia processuale e di ragionevole durata del processo impongono di dare immediato corso alla rinuncia validamente manifestata, senza indugiare su profili meramente formali o su eventuali equivoci iniziali, purché la volontà di rinunciare risulti in modo chiaro e definitivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo A. Presidente del 02/02/2 -

Dott. BEVERE ((omissis)) SENTE -

Dott. DE BERARDINIS ((omissis)) N. -

Dott. SABEONE ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO ((omissis)) N. 21825/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 19.7.2010 da:

Avv. (OMISSIS), difensore di (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Bologna del 9 marzo 2010.

Letta la comunicazione del 22.3.2011, con la quale il Responsabile dell'Ufficio Matricola della Casa Circondariale di (OMISSIS) trasmetteva la dichiarazione del detenuto (OMISSIS) in pari data, pervenuta via fax il 20.1.2011 ed anche a me…

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