Il reato di diffamazione commesso a mezzo internet, in quanto reato di evento, si consuma nel momento e nel luogo in cui i terzi percepiscono l'espressione ingiuriosa. Pertanto, la competenza territoriale per il relativo procedimento penale va determinata, in via principale, ai sensi dell'art. 8 c.p.p., sulla base del luogo in cui l'evento lesivo si è verificato, ovvero dove i soggetti passivi hanno avuto effettiva conoscenza del contenuto diffamatorio. Solo ove ciò non sia possibile, trova applicazione la regola suppletiva di cui all'art. 9, comma 2, c.p.p., che individua il giudice competente nel luogo di domicilio dell'imputato. La valutazione della prova ai fini della pronuncia di condanna per il reato di diffamazione deve essere effettuata nel rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza e del criterio del "oltre ogni ragionevole dubbio", che impone la certezza processuale assoluta della responsabilità dell'imputato, senza che sia sufficiente la mera impossibilità di escludere con certezza la sua attribuibilità della condotta illecita.