Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21003 del 20 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21003PEN

Massima

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Il comportamento gravemente molesto e minaccioso posto in essere dall'imputato nei confronti della persona offesa, tale da determinare in quest'ultima uno stato psicologico riconducibile a quello tipizzato dall'articolo 612-bis c.p. e costringerla ad auto segregarsi in casa modificando le proprie abitudini di vita, integra il reato di atti persecutori, nonostante l'imputato lamenti un preteso difetto di motivazione in relazione alla sussistenza dell'evento tipico del reato. La Corte di Cassazione, nel confermare la condanna, ha ritenuto adeguata e logica la motivazione della Corte territoriale, la quale ha fatto corretta applicazione dei principi costantemente ribaditi dalla giurisprudenza di legittimità in ordine ai parametri cui deve corrispondere la motivazione sul diniego delle attenuanti generiche, avendo la stessa fatto emergere in misura sufficiente la sua valutazione circa l'adeguamento della pena alla gravità effettiva del reato ed alla personalità del reo, anche limitandosi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall'articolo 133 c.p., quello che ha ritenuto prevalente ed atto a determinare o meno il riconoscimento del beneficio, come per l'appunto avvenuto nel caso di specie. La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma, ritenuta congrua, di euro mille alla cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 23/6/2014 della Corte d'appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Pal…

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