Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20886 del 25 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:20886PEN

Massima

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L'esimente della provocazione, che esclude la rilevanza penale di un comportamento offensivo, presuppone che lo stato d'ira che ne costituisce elemento essenziale abbia ragionevole motivo di dirigersi nei confronti della vittima, in ragione di specifici rapporti tra quest'ultima e il provocatore, tali da giustificare tale risultato. In assenza di tali rapporti, la mera reazione a fatti ingiusti attribuibili a soggetti diversi dalla persona offesa non è sufficiente a integrare l'esimente, la quale richiede un nesso di causalità psicologica tra la provocazione e la reazione offensiva. Il giudice, pertanto, nel valutare la sussistenza dell'esimente, deve accertare l'esistenza di un legame qualificato tra il provocatore e la vittima, idoneo a spiegare l'insorgere dello stato d'ira e la sua proiezione sulla persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno;

avverso la sentenza del Giudice di Pace di Montecorvino Rovella in data 21.9.2009;

nei confronti di:

Ma. Ma. , nata a (OMESSO);

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Tindari Baglione, che ha concluso…

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