Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52071 del 15 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:52071PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di misura alternativa alla detenzione, deve effettuare una prognosi sulla capacità del condannato di intraprendere un percorso di rieducazione e reinserimento sociale, tenendo conto non solo delle opportunità lavorative e risocializzanti esterne, ma anche della sua concreta condotta e della persistente reiterazione di comportamenti criminosi, anche in costanza di tali opportunità. Il mancato riconoscimento del reato commesso e l'assenza di offerte risarcitorie alle vittime costituiscono ulteriori elementi ostativi all'applicazione della misura alternativa, in quanto indice della mancanza di una seria motivazione al cambiamento e al rispetto della legalità. In tali casi, il giudice può legittimamente ritenere che le misure alternative, pur più contenitive della detenzione, non siano idonee a realizzare le finalità rieducative e di prevenzione della recidiva della pena, e pertanto respingere l'istanza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi P. - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2993/2013 TRIBUNALE SORVEGLIANZA di TORINO del 22/10/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis));

lette le conclusioni del Procuratore Generale dott. ((omissis)), che ha chiesto respingersi il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 22 ottobre 2013 il Tribunale di sorveglianza di Torino ha dichiarato inammissibile l'istanza di detenzione domiciliare e ha respinto la ric…

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