Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11663 del 8 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:11663PEN

Massima

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La partecipazione attiva e continuativa di un soggetto a un'associazione mafiosa, accertata anche attraverso intercettazioni e condanne penali, è sufficiente a fondare la presunzione relativa della sua pericolosità sociale attuale, salvo che non emergano elementi concreti e specifici che dimostrino il suo effettivo distacco dalle logiche criminali. Tale presunzione non può essere superata dalla mera buona condotta carceraria o dallo svolgimento di attività lavorative dopo la scarcerazione, essendo necessario un esplicito e inequivocabile recesso dal vincolo associativo. Il giudice di prevenzione, nel valutare l'attualità della pericolosità sociale, può legittimamente fare riferimento anche a provvedimenti cautelari penali che, pur avendo disposto una misura meno afflittiva, abbiano comunque riconosciuto la persistente sussistenza di esigenze cautelari in capo al soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 10/07/2019 della CORTE APPELLO di CATANIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere CASA FILIPPO;
lette le conclusioni del PG ANIELLO Roberto, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe, la Corte di Appello di Catania - Sezione Misure di Prevenzione rigettava l'appello proposto da (OMISSIS) avverso il provvedimento del 14.5.2019 con il quale il Tribunale di Catania - Sezione Misure de…

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