Il potere di annullamento dell'aggiudicazione di una gara d'appalto da parte della pubblica amministrazione, anche in corso di esecuzione del contratto, trova fondamento nei principi di legalità, imparzialità e buon andamento che devono informare l'azione amministrativa, in attuazione dell'art. 97 Cost. Tale potere di autotutela può essere esercitato dalla stazione appaltante qualora emergano gravi vizi dell'intera procedura di gara, a condizione che sia adeguatamente motivato e ponderato il bilanciamento tra l'interesse pubblico e il legittimo affidamento del privato. L'annullamento dell'aggiudicazione comporta la caducazione del contratto già stipulato, senza che sia necessaria una specifica pronuncia del giudice amministrativo sull'inefficacia del contratto. Infatti, l'amministrazione può procedere al recesso unilaterale dal contratto, ai sensi dell'art. 109 del d.lgs. n. 50/2016, anche in assenza di una declaratoria di inefficacia da parte del giudice, purché tenga sostanzialmente indenne il contraente per i lavori eventualmente eseguiti. Tale potere di recesso è riconosciuto alla stazione appaltante a maggior ragione quando il contratto non risulti ancora eseguito, in quanto l'interesse pubblico alla corretta esecuzione della gara prevale sul legittimo affidamento del privato.