Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39778 del 2 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:39778PEN

Massima

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Il diritto di critica del superiore gerarchico nei confronti del sottoposto, pur rientrando nell'esercizio di un diritto-dovere, trova un limite nella continenza dell'espressione, che non deve tradursi in un attacco gratuito e immotivato alla reputazione altrui. Pertanto, l'invio di comunicazioni contenenti apprezzamenti offensivi della competenza, professionalità e carattere del dipendente, indirizzate non solo al diretto superiore ma anche ad altri soggetti sovraordinati, eccede il legittimo esercizio del diritto di critica e integra il reato di diffamazione, in quanto rende accessibili a una pluralità di persone le affermazioni lesive della reputazione, senza che sussista l'essenziale requisito della verità dei fatti contestati. Il diritto di critica nell'ambito delle relazioni professionali richiede l'uso di forme riservate e funzionali a investire solo il soggetto competente a decidere in merito, non potendo essere esercitato in modo da esporre la persona offesa al discredito dell'intera amministrazione di appartenenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GUARDIANO Alfredo - Presidente

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CANANZI Francesc - rel. Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/10/2022 del TRIBUNALE di POTENZA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CANANZI FRANCESCO;
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. SERRAO D'AQUINO PASQUALE, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;
udite le conclusioni dell'avvocato (OMISSIS) nell'interesse della parte civile, che…

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