Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21275 del 26 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:21275PEN

Massima

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Il diritto di critica del lavoratore nei confronti del proprio datore di lavoro o di un collega, pur dovendo essere esercitato nel rispetto del decoro, dell'onore e della reputazione altrui, può essere legittimamente esercitato anche con espressioni aspre e polemiche, purché siano connesse all'attività lavorativa e non travalicanti i limiti della continenza. Pertanto, le espressioni ingiuriose pronunciate dal lavoratore nei confronti di un collega, ancorché aspre e pronunciate in presenza di altri dipendenti, possono essere ricomprese nell'esercizio del diritto di critica ex art. 51 c.p., qualora siano riferite all'attività lavorativa e non eccedano i limiti della continenza, anche in considerazione del contesto conflittuale del rapporto di lavoro in cui sono state pronunciate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS S. - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 49/2011 TRIBUNALE di CAGLIARI, del 14/03/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che chiede …

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