Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30748 del 4 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30748PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso si consuma nel momento in cui il soggetto entra a far parte dell'organizzazione criminale, senza che sia necessario il compimento di specifici atti esecutivi della condotta illecita programmata, poiché, trattandosi di reato di pericolo presunto, per integrare l'offesa all'ordine pubblico è sufficiente la dichiarata adesione al sodalizio, con la c.d. "messa a disposizione", che è di per sé idonea a rafforzare il proposito criminoso degli altri associati e ad accrescere le potenzialità operative e la capacità di intimidazione e di infiltrazione del sodalizio nel tessuto sociale. Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, anche non coimputato o non indagato nello stesso procedimento, possono essere ritenute credibili quando ha acquisito le notizie propalate nell'ambito della sfera di criminalità organizzata in cui sia inserito, purché venga accertata l'intrinseca attendibilità delle sue dichiarazioni, nonché la sussistenza di riscontri esterni, i quali, in caso di più chiamate convergenti, possono anche consistere nella circostanza che le dichiarazioni riconducano, anche se in modo non sovrapponibile, il fatto all'imputato, essendo sufficiente la confluenza su comportamenti riferiti alla sua persona e alle imputazioni a lui attribuite, cioè l'idoneità delle dichiarazioni a riscontrarsi reciprocamente nell'ambito della c.d. "convergenza del molteplice". Ai fini della sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 416-bis, comma 1, c.p., non è necessaria una specifica motivazione, essendo sufficiente la ricostruzione della vicenda estorsiva in termini tali da evidenziarne la finalità di agevolare l'attività della consorteria mafiosa di riferimento, rafforzandone il controllo del territorio e il sostegno ad uno dei propri affiliati detenuto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/01/2020 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere GUARDIANO ALFREDO;
lette/sentite le conclusioni del PG LOY MARIA FRANCESCA;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
udito il difensore:
L'avv. (OMISSIS) insiste nell'accoglimento del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con l'ordinanza di cui in epigrafe il tribunale di Catanzaro, adito ex articolo 309 c.p.p., co…

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