L'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive è un atto dovuto e vincolato, non necessitando di una specifica motivazione ulteriore rispetto all'accertamento dell'abuso edilizio, in quanto l'interesse pubblico alla rimozione dell'opera abusiva è in re ipsa. Pertanto, l'amministrazione è tenuta a intervenire per il ripristino dello stato dei luoghi, non sussistendo alcuna discrezionalità in merito. L'avvio del procedimento sanzionatorio non richiede la comunicazione di cui all'art. 7 della legge n. 241/1990, trattandosi di un provvedimento volto a reprimere un abuso edilizio, che sorge in virtù di un presupposto di fatto di cui il destinatario deve essere ragionevolmente a conoscenza. Inoltre, la presentazione di un'istanza di sanatoria ai sensi dell'art. 37 del D.P.R. n. 380/2001 non determina l'effetto sospensivo del procedimento sanzionatorio, essendo tale effetto previsto espressamente dalla legge solo in caso di presentazione della domanda di condono. Infine, gli interventi edilizi aggiuntivi realizzati su un immobile già abusivo, anche se riconducibili a categorie di opere minori, ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera principale e non possono essere autorizzati se non nel rispetto della procedura di cui all'art. 35 della legge n. 47/1985.