Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18180 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18180PEN

Massima

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Il diritto di proprietà, anche quando è fatto valere come ius excludendi omnes alios, può essere esercitato legittimamente solo attraverso mezzi leciti e proporzionati, senza ricorrere a violenza sulle cose o a minacce nei confronti di terzi che vantino un preteso diritto di passaggio. L'esercizio arbitrario delle proprie ragioni mediante minaccia integra il reato di cui all'art. 393 c.p. anche quando il proprietario di un fondo si oppone all'accesso di un soggetto che afferma di avere un diritto di passaggio sulla proprietà, poiché il diritto di proprietà non può essere fatto valere con modalità violente o minacciose, a prescindere dalla fondatezza della pretesa proprietaria. Il proprietario di un bene, pur potendo legittimamente opporsi all'ingresso di terzi nel proprio fondo, non può ricorrere a minacce o violenze per impedire l'esercizio di un asserito diritto di passaggio, ma deve far valere le proprie ragioni attraverso i mezzi giudiziari ordinari. Pertanto, il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni mediante minaccia è configurabile anche quando il proprietario di un fondo si oppone con minacce all'accesso di un soggetto che afferma di avere un diritto di passaggio sulla proprietà, a prescindere dalla fondatezza della pretesa proprietaria, in quanto il diritto di proprietà non può essere fatto valere con modalità violente o minacciose, dovendo il proprietario far valere le proprie ragioni attraverso i mezzi giudiziari ordinari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuela - Consigliere

Dott. CORBO Antoni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21 maggio 2015 della Corte di appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CORBO Antonio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 21 maggio 2015, la Corte di appello di Reggio Ca…

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