Il Tribunale amministrativo regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il silenzio-rifiuto del Comune di Roma di rilasciare l'autorizzazione alla rivendita di giornali e riviste, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. In presenza di un esplicito provvedimento di diniego, il ricorso avverso il precedente silenzio-rifiuto deve essere dichiarato improcedibile, in quanto l'interessato deve impugnare il provvedimento di diniego entro il termine decadenziale previsto. 2. Anche nel merito, il ricorso è infondato, in quanto al momento della presentazione dell'istanza non erano ancora entrati in vigore né il d.P.R. n. 407/1994, che aveva introdotto il regime del silenzio-assenso per l'autorizzazione alla rivendita di giornali e riviste, né il Piano edicole del Comune di Roma, che prevedeva una procedura concorsuale per il rilascio di nuove autorizzazioni. 3. La disciplina applicabile era quella regionale, che prevedeva il silenzio-rigetto in caso di mancata pronuncia entro 90 giorni, e non quella statale sul silenzio-assenso, in quanto la normativa regionale prevale su quella statale di rango secondario, in applicazione dei principi affermati dalla Corte Costituzionale. 4. Anche a voler ritenere applicabile il regime del silenzio-assenso, l'interessato deve comunque dimostrare il possesso di tutti i requisiti soggettivi e oggettivi richiesti per il rilascio dell'autorizzazione, non essendo sufficiente il mero decorso del termine senza provvedimento. In conclusione, il Tribunale ha respinto il ricorso, ritenendo legittimo il comportamento del Comune di Roma di non rilasciare l'autorizzazione richiesta.