Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26457 del 18 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26457PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento della permanenza nel territorio dello Stato di immigrati clandestini, nell'ipotesi di rapporto contrattuale instaurato con essi, richiede la sussistenza, in capo all'agente, del dolo specifico consistente nella finalità di trarre un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero. Tale dolo specifico si realizza quando l'agente, approfittando dello stato di illegalità degli immigrati clandestini, impone loro condizioni particolarmente onerose ed esorbitanti rispetto all'equilibrio del rapporto sinallagmatico. La mera percezione di un canone locatizio, in assenza di tale elemento soggettivo specifico, non è sufficiente a integrare il reato, dovendosi accertare concretamente se l'agente abbia effettivamente sfruttato la condizione di illegalità degli stranieri per trarne un ingiusto profitto. Il principio di diritto è stato affermato dalla Corte di Cassazione in più pronunce, ribadendo la necessità di una verifica puntuale dell'elemento soggettivo del reato, non potendosi presumere la sussistenza del dolo specifico sulla base della sola percezione di un canone locatizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4208/2008 CORTE APPELLO di MILANO, del 26/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE SANTALUCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. G. Mazzotta che ha concluso per la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

La Corte di appello di Milano ha confermato la se…

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