Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19990 del 13 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19990PEN

Massima

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La violazione dell'obbligo, imposto dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, di non frequentare o associarsi a determinati soggetti, richiede un'abitualità o serialità di comportamenti, non potendo essere integrata da un unico fatto episodico. Pertanto, il mero controllo di una persona sottoposta a tale misura in compagnia di un pregiudicato, in un'unica occasione, non integra il reato di cui all'art. 9 della legge n. 1423 del 1956, in quanto la norma penale presuppone una condotta abituale e reiterata di associazione con soggetti con precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAVALLO Aldo - Presidente

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 4050/2014 CORTE APPELLO di TORINO, del 23/01/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/03/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. TALERICO PALMA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. LOY ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23 gennaio 2015, la Corte di appello di Torino, in parziale riforma della pronuncia in data 12 d…

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