Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21369 del 27 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:21369PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso avverso l'ordinanza di conferma della misura cautelare degli arresti domiciliari, afferma che la valutazione delle risultanze processuali operata dal giudice di merito in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari non è illogica né apodittica. In particolare, il Tribunale ha correttamente rilevato che le modalità dei fatti contestati, la rete di connivenze e complicità all'interno delle forze di polizia, nonché il tentativo di inquinamento probatorio, giustificano l'adozione della misura cautelare, la quale non risulta superata dalla mera sospensione dalle funzioni dell'indagato. Il giudice di legittimità, pertanto, afferma che la valutazione delle risultanze processuali operata dal giudice di merito, in ordine alla sussistenza dei presupposti per l'applicazione di una misura cautelare, non può essere sindacata in sede di legittimità se non per manifesta illogicità o irragionevolezza, non ravvisabili nel caso di specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. RU. VI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 3664/2010 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 09/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;

udito il difensore avv. CROCE, che si e' riportato al ricorso.

FATTO

Con ordinanza in data 09.12.201…

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